Stereobate ed elementi architettonici | STOP 3
Vedete questa superficie rocciosa ben levigata? Venne accuratamente spianata per ospitare la fondazione del tempio e alcuni dei blocchi delle strutture basali. L’ingresso si trovava alla vostra destra, ad Est, là dove sorge il sole e dove c’era la madrepatria Corinto. Lungo la parete di fondo sono presenti alcuni elementi delle originali colonne ioniche che costituivano la perìstasi, cioè il colonnato che si snodava tutt’intorno alla cella del tempio: dovevano essere 6 colonne sui lati corti a Est e ad Ovest e 16 su quelli lunghi.
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Ciò che colpisce immediatamente, oltre alle dimensioni, è la cura dei dettagli decorativi ancora percepibile nonostante i resti siano incompleti o alterati dal tempo.
Esisteva un prònaos, un ambiente che precedeva la cella (il nàos) e cioè la parte più sacra del tempio, delimitata da muri e contenente la statua della divinità. L’archeologo Giorgio Gullini immaginava che essa non avesse una copertura: quindi, a differenza di quanto avviene oggi, avreste potuto osservare il cielo e le nuvole sopra di voi!
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Il pavimento, invece, era probabilmente ribassato e raggiungibile per mezzo di due gradoni.
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Tutti questi elementi architettonici sembrano risalire a un periodo compreso tra l’ultimo quarto del sesto secolo e il primo quindicennio del quinto secolo avanti Cristo. Inoltre, permettono di instaurare un confronto con i templi ionici dell’Asia Minore come l’Artemision di Efeso.
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Proseguite, ora, lungo la passerella.
Stereobate and architectural elements | STOP 3
Do you see this highly polished rocky area? It was painstakingly levelled to accommodate the temple’s foundations and some of the blocks of the base structures. The entrance was located on your right facing east, where the sun rose and where the Corinthians’ motherland lay. Along the back wall, there are a number of elements from the original Ionic columns that formed the peristyle, that is, the colonnade that surrounded the temple’s cella: there must have been six columns on the short sides facing east and west and 16 on the long sides.
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What is immediately striking, in addition to the size, is the care over the decorative details that can still be made out today, despite the fact that the remains are incomplete or altered by time.
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There had been a prònaos, a room that preceded the cella (the nàos), that is, the most sacred part of the temple, bounded by walls and containing the statue of the goddess. The archaeologist Giorgio Gullini believed that it did not have a roof: so, unlike today, you would have been able to see the sky and the clouds above you!
The floor, on the other hand, was probably lowered and could be reached by two steps.
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All these architectural elements appear to date from a period between the last quarter of the sixth century and the first fifteen years of the fifth century B.C. They also allow us to make a comparison with the Ionic temples of Asia Minor, such as the Artemision of Ephesus.
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Continue now along the walkway.